La moda dei piercing orali si è dimostrata essere parecchio deleteria per la salute del cavo orale. I danni correlati ad essa sono estremamente evidenti, soprattutto dopo qualche anno di utilizzo del piercing:
- Il contatto del piercing con la superficie del dente ed il continuo sfregamento del metallo con lo smalto dentale è un importante fattore di rischio per abrasioni alla superficie dentale. Le aree interessate assumono un colore bianco candido opaco, a differenza del resto del dente che mantiene il suo caratteristico aspetto traslucido, e sono inoltre più attaccabili dalle carie.
- La continua azione di contatto del piercing con il dente sembra inoltre scientificamente essere correlata ad un aumento del rischio di spostamento del dente stesso, evenienza che richiederebbe poi un trattamento ortodontico per ripristinare lo stato iniziale.
- Il continuo contatto del piercing con i tessuti gengivali determina continui microtraumi che possono portare a perdita del sostegno osseo degli stessi, portando nel tempo a recessioni ed esposizione della radice del dente. A questa condizione, oltre all’evidente deficit estetico ( lunghezza dei denti irregolare, banda giallastra alla base della corona ), si deve sommare il rischio per la salute del dente stesso: la perdita di supporto parodontale può portare, nei casi più gravi, a mobilità e perdita dell’elemento dentario.
- I piercing sono possibili fonti di infezione, dato che rappresentano dei veri e propri fori in tessuti che dovrebbero essere integri, diventando così potenziali fonti di diffusione dei batteri del cavo orale in aree normalmente protette dalla loro invasione.
- Solitamente chi ha un piercing orale non lo lava frequentemente; spesso la sua superficie appare, da un lato, opaca o rivestita da una patina costituita dai batteri presenti nel cavo orale, costituendo così un accumulo di batteri pericolosi per denti e tessuti parodontali.