Il successo e la durata degli impianti dentali dipendono anche da due fattori fondamentali: la terapia di mantenimento assicurata dal dentista e dall’igienista dentale e la buona igiene orale praticata dal paziente.
Come i denti naturali, gli impianti posizionati nell’osso della bocca sono esposti all’azione della placca batterica, del tartaro, dei residui alimentari, ecc. Un’ igiene orale scadente può contribuire all’insorgere di infiammazione ed infezione esattamente come avviene per i denti naturali. Tali infiammazioni sono caratterizzate da sanguinamento delle gengive e, nelle fasi più avanzate, da formazione di tasche attorno agli impianti e distruzione dell’osso.
L’infiammazione iniziale della gengiva attorno all’impianto viene chiamata mucosite e, se diagnosticata in tempo, può essere risolta.
L’infiammazione più profonda, viene chiamata perimplantite, inizialmente asintomatica e porta nel tempo alla distruzione dell’osso attorno all’impianto; nei casi più avanzati si manifesta con ascesso e dolore e porta al fallimento, con conseguente perdita, dell’impianto.
Dopo avere posizionato gli impianti sono solitamente sufficienti due visite di controllo all’anno dal dentista o dall’igienista dentale, per prevenire o intercettare infiammazioni allo stato iniziale e curarle tempestivamente.
Per i pazienti che hanno perso denti a causa della parodontite (impropriamente chiamata piorrea) potrebbe essere invece necessario sottoporsi a più frequenti visite di controllo, anche quattro volte all’anno in considerazione del più alto rischio di complicanze. Saranno il parodontologo e l’igienista dentale a suggerire quanto spesso sottoporsi a visita, in base alla predisposizione di ogni singolo individuo.
L’igiene orale degli impianti è uguale a quella dei denti naturali e possono essere utilizzati gli stessi strumenti: spazzolini manuali o elettrici dalle setole di media durezza o morbide (soft), filo interdentale (normale o spugnoso) e scovolini interdentali.